Accompagnare il dolore di chi celebra la scomparsa di una persona cara è un compito delicato che chiede preparazione ma anche sensibilità. Chi è nel dolore chiede una presenza discreta ma altrettanto calda e pur rispettosa.
A volte anche una mano sulla spalla può essere di troppo.
Per questo sono convinto che chi svolge questo servizio deve coltivare in sé una sensibilità spirituale che lo aiuti a incontrare le persone nel profondo per cogliere il senso della loro richiesta.
Certamente ognuno di noi ha un proprio credo ed un proprio sistema di valori, ma ciò non deve condizionare l'ascolto e l'accoglienza dei valori a cui ha fatto riferimento nella propria vita chi ora ci ha lasciati e che muovono i famigliari a volerlo ricordare e celebrare in una certa maniera.
Spiritualità infatti significa saper trasmettere con dei gesti umani lo spirito con cui ogni persona sente la vita con una propria consapevolezza personale.
Anzi, nella consapevolezza che esiste una comunanza umana che va oltre le proprie convinzioni personali, cio che contraddistingue un celebrante è proprio la sua capacità di cogliere questo substrato comune e di saperlo tradurre in un rito personalizzato su chi ne ha fatto la richiesta.
Se così non fosse, tutto si limiterebbe ad una cerimonia, magari anche bella, ma puramente formale.
Aldo